Viva Nabucco (e viva Pereira)!

Finalmente, dopo le recite palermitane di Falstaff, in febbraio, sono riuscito a tornare a teatro. A Firenze si dà Nabucco.

Grandi emozioni, soprattutto all’inizio: tra Sinfonia e primo coro la bellezza dell’arte ritrovata, l’intensità della musica verdiana, le masse, la regia e il direttore a posto hanno fatto scendere qualche lacrima di commozione sul mio viso. Poi, la serata è stata soprattutto un omaggio a Placido Domingo, artista unico, primo motivo della mia venuta a Firenze: il grande vecchio ha voce intatta e sa cantare con perizia superiore: incanta nell’aria (non nella cabaletta), tiene il palcoscenico con stile unico e alla fine centra l’obbiettivo. Al suo fianco una Siri ed un Sartori eccellenti.

Saluto e faccio i complimenti al Sovrintendente Pereira, che ha trasformato Firenze (dove tornerò spesso, nei prossimi mesi) nel mio centro musicale del momento.

Il pubblico, in un teatro esaurito secondo le attuali possibilità, dà segni di vita e chiede a gran voce il bis di Va pensiero: alla fine, gran voglia di ritornare alla recita successiva.

Di questi tempi, non si può volere di più.

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