Momenti indimenticabili/4

Il Ballo in maschera che inaugurò il Festival areniano del 1998 rimarrà sempre nei miei ricordi, per diverse ragioni.

Innanzitutto, il thrilling della “prima”, con tenori protestati, cover malati, giri di nomi e – alla fine – la scoperta ed il lancio di Salvatore Licitra e di Alberto Gazale, due giovani talenti italiani in due ruoli difficili: merito di Daniel Oren, grande maestro e grandissimo scopritore di talenti.

Poi, la stupenda direzione del Maestro Oren, che creò un affresco magico e fece in modo che Licitra cantasse al meglio. Non era facile per chi, alla vigilia della “prima”, era stato definito proprio dal direttore israeliano, “il “nuovo Pavarotti”. Ma il ragazzo siciliano fu davvero bravo: cantò il ruolo difficilissimo di Riccardo con classe, voce e talento.

Alla fine dell’opera rimasi ad applaudire con gli ultimi spettatori; mi avvicinai al palco e – di fianco a me – vidi Carlo Bergonzi che applaudiva il suo pupillo, commosso fino alle lacrime. Gli dissi, gonfio di ammirazione: “…certo che il Suo Riccardo, Maestro, rimarrà insuperato per sempre…!”. Lui mi guardò, continuando ad applaudire, e mi rispose, sorridendo: “…sì, ma lui è bravo, è bravo…..!”.

In quel momento, Licitra ci guardò e si inchinò, omaggiando il suo vecchio maestro, che tanto lo ammirava e che gli passava, idealmente, il testimone. Eravamo tutti e tre – per diversi motivi – commossi, palpitanti e pieni di gioia.

Nessuno di noi, in quel momento, poteva sapere che una decina d’anni dopo – per uno scherzo del destino – il pupillo sarebbe morto prima del maestro.

La staffetta non era riuscita, ma la magia di quel momento – per me – rimase intatta.

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