Fine settimana italiano

Non mi capita spesso di sentirmi, in qualche modo, orgoglioso di essere italiano. Questo fine settimana è successo ed è importante notarlo.

Per tre sere consecutive, in Italia, ho ascoltato grande musica, evento normale in tempi normali; evento speciale, quasi unico a livello mondiale (con l’eccezione della Spagna), in tempi disastrati come quelli in cui viviamo.

Dunque, a Firenze venerdì sera ho ascoltato una buona Adriana (ottima la Siri ed i comprimari, buono Alaimo, mediocrissimi tenore e mezzosoprano, discreta la regia e buona – ma niente di più – la direzione di un Harding che qualcuno ha visto improvvisato profeta di un’opera a lui fino a poche settimane fa sconosciuta); sabato e domenica – all’Olimpico di Vicenza – Omaggio a Palladio con Andras Schiff al piano e in trio (Schumann e l’opera 109 di Beethoven, l’opera 99 di Schubert, Bach, Mozart, Haydn: il cuore del cuore della nostra grande civiltà musicale), due serate strepitose in un contesto unico.

Che bello potere dire, una volta tanto, con Schiff, che “altre Nazioni dovrebbero essere gelose di quello che è stato possibile fare in Italia, soprattutto la povera Germania“.

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