Nizza

Era l’estate del 1994 ed io, in procinto di laurearmi, avevo un po’ di tempo libero: la tesi era fatta e depositata, si trattava di aspettare novembre.

Così, decisi di lavorare sulle lingue, che fino ad allora avevo trascurato. Programmai un lungo soggiorno in Inghilterra ad inizio ’95 e decisi di passare un mese abbondante studiando il francese con Homestay language international, un’organizzazione che organizzava soggiorni di studenti a casa dell’insegnante. La mia delusione, quando mi assegnarono un professore a Nizza, fu grande: ma come, mi dissi, vado a studiare il francese in una città semi italiana? Valutai seriamente di rinunciare e chiedere un cambio. Poi, decisi di accettare e feci una delle migliori cose della mia vita.

Arrivai a Nizza in treno, a metà settembre, di domenica. Mi colpì subito la sporcizia e la trascuratezza della città. Arrivai poi dai Barrall, la famiglia che mi avrebbe ospitato. Bruno, Veronique (la mia insegnante) e la figlia Guenaelle.

Fu un soggiorno importante, come importanti furono la decina di soggiorni che seguirono (fino al 1999 circa): passavo le mattinate a Langueurope, la scuola di lingue dove, sotto le cure di M. Pelajo, spagnolo trapiantato in costa azzurra, miglioravo il mio francese. Pranzavo in un ristorante italiano dietro place Garibaldi, dove mi rimpinzavo in vista della cena, sempre molto frugale di cibo (ma ricca di conversazioni interessanti e stimolanti), che Veronique mi offriva in serata.

Il pomeriggio era dedicato allo studio, alla lettura e, poi, alla visita della città: la vieille ville era la mia meta preferita. In serata, spesso in compagnia dei Barrall, andavo all’Opera (mi ricordo l’ultimo concerto di Stern e un Olandese volante che mi colpì molto) o al cinema (vidi, in francese, Leon e ne fui entusiasta: tra l’altro, avevo capito quasi tutto!).

Per parecchio tempo, insomma, Nizza fu la mia città d’elezione, quella in cui, appena potevo, andavo a passare un po’ di tempo. Città molto poco italiana – me ne accorsi subito – nonostante la posizione geografica e la storia; città internazionale per vocazione, anche di questo mi accorsi subito, e fu la molla che probabilmente mi conquistò.

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