L’Athos secolare

Esiste un luogo – nell’Europa moderna, femminista e guidata da donne in cui viviamo – in cui le donne non possono entrare. E’ la Repubblica monastica del Monte Athos, in Grecia.

Quando ci andai – nella settimana santa del 2007 – mi impressionarono enormemente la natura selvaggia, affascinante e libera, l’impressionante cura con cui i monaci ortodossi rispettano la terra dove vivono da millenni e l’organizzazione della vita.

La sveglia notturna con pasto (pesce freddo!) e preghiera, la vita scandita dai riti religiosi, i monasteri che dominano – solitari – il paesaggio, l’attesa spasmodica delle reliquie, omaggiate da tutti in silenzioso raccoglimento.

E la burocrazia di ingresso, con i visti, la piccola barca che fa tappa in tutti i monasteri, l’incontro con persone particolari: ricordo un ragazzo italiano che era al suo sesto mese di soggiorno e stava valutando una conversione alla Chiesa ortodossa e l’americano che passava lì un mese l’anno, in cerca di una pace interiore che solo l’Athos secolare può donare.

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