5. Beatrice

Alle nove in punto (Lattuci era già in ufficio da più di mezz’ora) una ventata di freschezza, di positività e di gioia di vivere si materializzò nell’ufficio. Beatrice entrò e, come sempre, salutò tutti con un chiaro “Buongiorno ragazzi”. Non è che i problemi, nella vita di questa bella trentacinquenne, mancassero: come tutti, anch’essa aveva quotidiani malesseri esistenziali, problemi pratici più o meno grossi. Ma lo spirito era quello delle persona che aveva il vento in poppa e guardava alla vita come ad un dono quotidiano. Questo si rifletteva costantemente nella vita lavorativa: i collaboratori la sentivano una guida sicura ed affidabile, i clienti chiamavano lei per qualsiasi problema.

E il suo capo? Lattuci sentiva la forza sprigionata dalla giovane e ne percepiva la distanza dal suo modo di muoversi e di ragionare. “E’brava, certo – pensava costantemente – ma quel caratterino”. In realtà Beatrice non aveva un carattere particolarmente forte, né aveva perso i connotati di grazia e levità che la caratterizzavano come donna. Semplicemente, conosceva molto bene (e molto meglio di Lattuci) il suo lavoro, parlava chiaro e non aveva secondi fini se non quelli di perseguire il bene dell’azienda dove lavorava: una miscela che poteva diventare pericolosa ed alterare equilibri e rendite di posizione.

“Ciao, Tino. Passata bene la serata?”. Beatrice, che conosceva bene il suo capo, passandogli davanti sorrise nel vedere con la coda dell’occhio Lattuci che – borbottando una risposta – dava meccanicamente un’occhiata all’orologio per controllare l’ora di ingresso della ragazza. In effetti, Tino era convinto che non fosse possibile svolgere bene un ruolo manageriale senza un adeguato numero di ore. “Va bene la gestione del tempo – pensava spesso – ma le ore d’ufficio non possono essere meno di otto/nove al giorno. Sta scritto anche nel contratto, no?” Per questo, la libertà di Beatrice – che in fatto di tempi (pur lavorando, a conti fatti, molto) era molto elastica – lo faceva andare in bestia. Naturalmente, però, non le aveva mai detto niente.

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