Vive la France

Inizia il mio lungo soggiorno lionese.

Nella Francia vedo un Paese in crisi – talvolta ridotto addirittura peggio dell´Italia (la sciatteria nel vestire, il dominio del politically correct) – ma in grado di produrre anticorpi e per questo – forse – ancora salvabile. Le elezioni presidenziali sono il momento in cui le carte si mettono sul tavolo. Ieri (e oggi) il Fronte nazionale; oggi, soprattutto, Eric Zemmour, mi esaltano per i temi messi sul tappeto, per la chiarezza delle analisi e la forza delle soluzioni proposte.

Mai, in Italia, qualcuno potrebbe parlare – come Zemmour – di orgoglio nazionale, di cultura cristiana, di liberta´. Mai qualcuno avrebbe il coraggio di esaltare – confrontandolo al disastro attuale – il grande passato di un grande Paese.

Particolarmente importante, per me, e´ il suo discorso sulla scuola e gli handicappati (in Francia si usa ancora questa parola, che in italiano suona stonata): brutale, se vogliamo (e per questo non gli ha fatto guadagnare consensi nemmeno tra i suoi fan), ma vero, profondo, centrato.

E´ dalla selezione delle elite che si deve passare, se si vuole tentare di salvare il salvabile.

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