Politica

L’analisi politica di quello che sta succedendo in Francia, tra i gollisti, offre spunti di vario tipo.

La pochezza della candidata Pecresse, la sua ridicola performance, domenica, durante il suo primo raduno di campagna elettorale, rispeccchia una situazione politicamente imbarazzante: i gollisti francesi non sanno – politicamente – dove collocarsi. A sinistra, Macron ha fatto terra bruciata di un elettorato colto, europeista, disincantato, aperto. A destra, il RN e Zemmour mietono i consensi di coloro che hanno a cuore la tradizione e la Francia.

Che cosa resta? Niente, di fatto. Di qui, l’oscillare penoso della Pecresse (lascia il partito perché troppo a destra, rientra e si propone con un discorso di contenuti fortemente di “destra” ) e la recita di domenica, probabilmente aggravata da un’incapacità di fondo, dove tutto suonava finto, costruito nel tentativo di rincorrere l’elettorato.

Del resto, questa è la situazione delle destre tradizionali, in Europa: i LR sono, con i cristiano democratici tedeschi, diventati di fatto un partito di centro, senza sugo e senza identità, intercambiabili con i loro tradizionali avversari, i socialisti francesi ed i socialdemocratici tedeschi. I temi che fanno da spartiacque sono l’Europa e la strenua difesa della nostra identità.

Di “là”, su questi due aspetti fondamentali per il nostro futuro, stanno solo i reietti: Il RN (sempre meno…) e Zemmour, in Francia, e l’AFD in Germania (ma siamo su un altro pianeta).

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