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Pizza a Nizza

In uno dei miei soggiorni in costa azzurra, nella seconda metà degli anni Novanta, durante una lezione di francese, nacque una discussione sulla pizza: nella classe, popolata di ragazzi di tutto il mondo, ci si iniziò a chiedere se nella pizza andasse – tra gli altri ingredienti – la mozzarella. Chi diceva che, sì, la mozzarella era un ingrediente fondamentale; chi diceva che, no, la mozzarella non era prevista, previsto era invece un altro tipo di formaggio. La discussione fu energica: tedeschi e canadesi erano per il sì; più numeroso – americani, spagnoli, asiatici – era il fronte del no.

Non c’era Internet e la professoressa si appellò a me, unico italiano e depositario, si presumeva, della verità: “la mozzarella è fondamentale” – dissi – , tentando anche di spiegare, col francese stentato che possedevo allora, la differenza tra mozzarella di bufala e mozzarella vaccina. Qualcuno mi credette, qualcun’altro rimase della sua opinione e la discussione si spense lì.

L’indomani la professoressa, ad inizio lezione, tornò sull’argomento: “ieri sera ho parlato con un mio amico italiano, che vive qui da anni – disse – , che mi ha confermato che la mozzarella…non è richiesta nella pizza: il formaggio richiesto è la fontina”.

L’argomento sostenuto da questo Italiano – non noto ma, nessuno lo dubitava, esperto nella cucina e nelle tradizioni del suo Paese d’origine – tagliò la testa al toro e chiuse la discussione: con la pizza, la mozzarella non c’entrava niente. Il mio parere fu subito visto con sospetto (“chissà perché avrà detto una cosa sbagliata?”), nessuna obbiezione fu più accettata, nessun commento fu più ammesso: la maggioranza aveva deciso, sentito il parere di un esperto.

Quanto ho imparato, in quella giornata!

Le opinioni delle masse, le manipolazioni possibili, l’autorità supposta, l’apparire contrapposto all’essere, tutto si può mettere a fuoco, in questo episodio, che ricordo come se fosse accaduto ieri.

1 commento su “Pizza a Nizza”

  1. Bravo, articolo stupendo.!!..che si adatta molto bene ai tempi nostri, dove tutti sono professori che insegnano cosa è e cosa non è il Covid, anche se forse non esiste o comunque è molto diverso da quello che ci raccontano….le masse appunto, i professori, i polemici, gli intellettuali ed i politici

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