Era ora che qualcuno dicesse come funziona veramente. Dopo centinaia di manuali, saggi, apologhi, favole che vogliono insegnare a fare i manager dicendo come si dovrebbe fare, pensiamo sia giunto il momento di raccontare quello che si fa, quello che succede veramente, ogni giorno, nelle aziende italiane.
Perché il management è una disciplina che vive nella pratica. Ha bisogno – certo – della base teorica che negli ultimi decenni le è stata faticosamente data, ma si concretizza solo nel suo quotidiano realizzarsi. E qui nasce l’intoppo, l’oceano che esiste tra il dire ed il fare, tra il simulare trattative e riunioni, gestendo il tempo nei giochi formativi e l’agire di ogni giorno, quasi mai indagato a fondo. Agire quotidiano che non offre un panorama esaltante: approssimazione, velleitarismo, ipocrisia, inversione di valori potrebbero essere considerate le nuove funzioni manageriali, al posto delle classiche organizzazione, pianificazione, guida, controllo. Il posto della tanto sbandierata assertività potrebbe essere occupato dalla più prosaica comunicazione “politica” o dalla semplice non-comunicazione. E l’obbiettivo manageriale principale, il fine dell’azione, potrebbe essere individuato nel semplice tirare avanti, privo di valori, visione, coerenza, ed indifferente al merito, al talento, alla prospettiva.
Così, il management all’italiana si caratterizza come una sorta di meccanismo tritatutto che si nutre di sé stesso per andare avanti e produrre ciò di cui si nutrirà domani. Un meccanismo ripetitivo e privo di ogni anelito di grandezza che – sotto una patina dorata – nasconde il nulla di cui è portatore. Una sotto-categoria, di fatto, dell’ormai generalizzato approccio alla vita della nostra società, che ha preso la parte esteriore del calvinismo (l’apparire, l’avere successo, il fare denaro), dimenticandosi della colpa, il cuore di quella dottrina.
Ma tant’è. In questa parte del nostro diario, non abbiamo dovuto inventare nulla. E’ stato sufficiente riferirsi alla nostra pluriennale esperienza in aziende di varia natura e dimensioni, per creare un affresco compatto, con riferimenti a fatti e persone che non sono puramente casuali. Ovviamente, il carattere del racconto e del fantastico ha mutato la tragedia in farsa, la quotidiana sofferenza in burla. Ma questo cambiamento di tono non ha incrinato il quadro generale, che pensiamo possa individuare quel particolare stile di management, reale ed applicato quotidianamente, che abbiamo definito management all’italiana.
Buon divertimento!